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Balón
18,00 €
Píkler Selezione
20,50 €
Colli Pesaresi Sangiovese Riserva D.O.C.
Colore rosso rubino con riflessi granati. Al naso risulta complesso con sentori di frutta sotto spirito ma anche profumi floreali, erbacei e speziati. In bocca caldo, tannico e persistente con note finali di cuoio e cacao.
Descrizione
SELEZIONE DEL TERRITORIO
VITIGNO: 100% Sangiovese
UBICAZIONE VIGNETI: 200 metri slm con esposizione a sud – sud est
RESA PER ETTARO: 70 quintali
PERIODO DI RACCOLTA: prima decade di ottobre
VENDEMMIA: uve vendemmiate a mano in piccole casse
VINIFICAZIONE: selezione delle uve in fase di raccolta e in cantina con utilizzo di tavolo vibrante e tavolo di cernita. Lunga macerazione di oltre 20 giorni e pigeage. Vinificazione e fermentazione termocontrollata in acciaio inox ed affinamento in legno per 14-18 mesi, successivo affinamento in bottiglia per 6 mesi.
TITOLO ALCOLOMETRICO: 15% vol
Calice Sangiovese
Menù a base di carne, cacciagione, formaggi e salumi stagionati. Piatto consigliato: Pappardelle alla lepre
Temperatura di servizio 16-18°
Etimologia del nome
Teresa Pichler o Pikler (1769-1834) è stata un’intelligente e raffinata attrice italiana, moglie di Vincenzo Monti, il maggior esponente della letteratura neoclassica italiana. La coppia soggiornava spesso a San Costanzo, soprattutto durante i mesi estivi. A Teresa Pikler i repertori biografici ottocenteschi dedicano una voce in quanto «ispiratrice di Ugo Foscolo»: com’è noto, il nome della Teresa delle Ultime lettere di Jacopo Ortis allude a quello della Pikler, per la quale Foscolo nutrì una passione infelice. Le biografie di Teresa si soffermano quasi esclusivamente su questa vicenda amorosa che tuttavia in un primo momento fu corrisposta; altre fonti mettono in rilievo la mondanità, la bellezza della donna e il suo carattere forte e pragmatico.
Figlia di Giovanni Pikler, uno dei più noti incisori di pietre preziose dell’Ottocento, continuo’ a recitare, sia in opere del marito, come il Caio Gracco che contribuì a portare al successo a Verona interpretando la parte di Cornelia, sia in altre tragedie, come il Filippo alfieriano.
Nonostante permangano numerosi dubbi sulla fedeltà coniugale di Teresa, lei rimase comunque sempre a fianco del marito e quando poté, lo sostenne, anche dal punto di vista economico, seguendolo pure nell’esilio parigino. Negli ultimi anni di vita di Monti, Teresa fu il suo più grande conforto, come si evince dalle numerose epistole che il poeta scrisse in quel periodo, e da alcune opere che le dedicò: il sonetto Per la lontananza della moglie (1822) e soprattutto la canzone libera.