
Píkler Selezione - Colli Pesaresi Sangiovese D.O.C.
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Enologo: Giancarlo Soverchia |
Caratteristiche organolettiche
Rosso rubino intenso e carico;
Al naso si trova un'esplosione di frutta nera matura, ribes e mirtillo contornato da note speziate dolci, vaniglia e cannella;
Al palato presenta un attacco morbido, con un tannino che regala delle sensazioni intense ma vellutate;
Retrogusto di note di sottobosco ch si protraggono per lungo tempo.
Scheda tecnica
Tipo | ![]() |
Categoria | ![]() |
Zona di produzione | ![]() |
Vitigno | ![]() |
Ubicazione vigneti | ![]() |
Esposizione vigneti | ![]() |
Forma di allevamento | ![]() |
Età dell'impianto | ![]() |
Tipologia terreno | ![]() |
Ceppi per ettaro | ![]() |
Resa per ettaro | ![]() |
Vendemmia | ![]() |
Tipo di raccolta | ![]() |
Vinificazione | ![]() |
Titolo alcolometrico | ![]() |
Temperatura di servizio | ![]() |
Etimologia del nome "Pikler": Teresa Pichler o Pikler (1769-1834) è stata un'intelligente e raffinata attrice italiana, moglie di Vincenzo Monti, il maggior esponente della letteratura neoclassica italiana. La coppia soggiornava spesso a San Costanzo, soprattutto durante i mesi estivi. A Teresa Pikler i repertori biografici ottocenteschi dedicano una voce in quanto «ispiratrice di Ugo Foscolo»: com’è noto, il nome della Teresa delle Ultime lettere di Jacopo Ortis allude a quello della Pikler, per la quale Foscolo nutrì una passione infelice. Le biografie di Teresa si soffermano quasi esclusivamente su questa vicenda amorosa che tuttavia in un primo momento fu corrisposta; altre fonti mettono in rilievo la mondanità, la bellezza della donna e il suo carattere forte e pragmatico. Figlia di Giovanni Pikler, uno dei più noti incisori di pietre preziose dell’Ottocento, continuo' a recitare, sia in opere del marito, come il Caio Gracco che contribuì a portare al successo a Verona interpretando la parte di Cornelia, sia in altre tragedie, come il Filippo alfieriano.
Nonostante permangano numerosi dubbi sulla fedeltà coniugale di Teresa, lei rimase comunque sempre a fianco del marito e quando poté, lo sostenne, anche dal punto di vista economico, seguendolo pure nell'esilio parigino. Negli ultimi anni di vita di Monti, Teresa fu il suo più grande conforto, come si evince dalle numerose epistole che il poeta scrisse in quel periodo, e da alcune opere che le dedicò: il sonetto Per la lontananza della moglie (1822) e soprattutto la canzone libera .